RIVER ROCK PEARL

Alcune automobili hanno accompagnato tagli profondi nelle mie emozioni di Uomo.
Tagli nell’Anima, nella Mente e nel Cuore.
La Volvo Cross Country.
La prima.
Aveva un bellissimo colore, Terra di Marte.
Quasi un esemplare unico finito in una notte di Febbraio del 2000 contro un confortevole mezzo di trasporto per servizi turistici che intorno alla mezzanotte stava tranquillamente facendo il suo percorso, vuoto, ed ha incrociato una Volvo XC70 Cross Country perfettamente in traiettoria.
Ma non era in pista.
“Guarda se è morto” la prima frase ascoltata quando, pochi istanti dopo, mi sono ripreso dal frontale.
Aperto lo sportello della Volvo sono sceso ed ho chiamato un taxi per tornare in residence.
Come nulla fosse accaduto.
La vera sicurezza delle Volvo.
Sto fatto, stra-raccontato, lo voglio segnare qui.
Che resti.
Le altre automobili sporcate con il sangue del dolore sono una Range Rover Velar, l’auto del “trasloco“, ed un buon numero di Subaru.
Subaru che nel suo stemma porta le Pleiadi, ammasso stellare di cui pare non si conosca il numero preciso, avrebbe dovuto illuminare di felicità la mia Vita.
Invece seppur questo sia accaduto dal punto di vista della dinamica di marcia, del prodotto, delle infantili soddisfazioni al volante, Subaru è stata la marca con il record delle lacrime, salate e di sangue, versate.
Dalla Outback alla Crosstrek passando per tutte le versioni che dal 2016 ho guidato fino al 2025.
Testimoni le Subaru di solitudine, di fotografie niente male, di momenti di gioia, anche di felicità, di depressione (devi trovare un modo per fare i soldi co’ ste cazzo di foto… devi trovare un modo di fare i soldi con i racconti, scrivi da dio altro che surrettiziamente e ludibrio) di incazzature stratosferiche, di insulti, di parolacce, di telefonate fiume, di voglie d’Amore e di Sesso.
Non sono una primuletta.
Amo ed adoro il sesso.
Ma non mi accontento della “piuma” che passa.
Sono TERRIBILMENTE esigente.
Mi piace solo lo champagne, tutto il resto è compromesso.
Io non faccio compromessi.
Non sono un piatto di contorno.
Non faccio il clown nel circo degli allupati, dei malati di figa a tutti i costi.
So cosa voglio e cosa NON voglio.
Io sono il premio.
Subaru alcova di dolori incomprensibili, quei dolori che stanno dietro ogni mio clic pubblicato.
Di domande senza risposte.
Di profonde inspirazioni d’aria, ad occhi chiusi.
Di agguati di intuito e sesto senso ai quali non vuoi credere perché hai sempre un pensiero luminoso ma poi ti rendi conto dai dettagli, dalla punteggiatura della Vita, che le viscere hanno ragione.
Ed il Cancro in questo è Maestro.
Ed allora tutto crolla, perde credibilità ogni parola scritta, ascoltata.
E continui a chiederti perché quelle lacrime del barattolo di conserva viste negli specchietti della OBK.
Già.
IBIS REDIBIS?
E non mi dite che la vita è difficile per tutti.
Lo so bene, sono passato per ospedali e lutti per malattie.
Ho visto e vissuto tutto ciò che c’è da vivere e vedere.
Non ascolto la parola papà da venticinque anni.
So anche di essere fortunato perché ho ancora un po’ di salute.
E non sono un poliomielitico come mia cugina Anna Maria. (RIP).
Però:
Vi vorrei vedere,
anche ora,
con i miei pensieri e con la mia solitudine,
con le mie prospettive,
70,
una vita alle spalle trascorsa come solo io posso sapere,
con orizzonti orribili da raggiungere e sogni da inseguire.
Voi che fareste.

IO continuo a guardare avanti,
il Sole sorge sempre anche nelle giornate nuvolose che m’attendono.
L’Autunno è alle porte, le nebbie al mattino già si manifestano e spengono i colori del foliage.
Non esiste ne’ karma, l’illusione dei coglioni che l’han presa nel culo, nè vendetta.
Un Uomo guarda avanti.
Chi c’è c’è.
Chi ci sarà ci sarà.
IO ci sono.

Blindato.

Il meteo annuncia maltempo,
le prime nuvole si mostrano nel cielo
oscurando il blu con il loro candore e le sfumature di grigio
che domani lasceranno posto al plumbeo della pioggia.
Sarà questa la mia discesa nell’abisso delle tenebre di oggi 30 Settembre?
O c’è altro?

Una sagoma nera con occhi luminosi, di ghaccio, s’intravede.
Audi A5?
BMW M235?
Mercedes GL?
Renault Rafale?


Queste le premesse emotive del soggettino che si dà pena ancora di scrivere. Perché gli piace e perché “scarica”. Dunque se un autore mette a nudo in questo modo le emozioni ciò dovrebbe essere il punto di fondazione per dare autorevolezza alle note della dinamica di marcia della nuova Subaru Forester.
Nasce sul mercato italiano a Dicembre del ’24. Natale sotto la neve, il 25 non un giorno qualunque delle winter holidays perché qualcuno (ciao Jo) aveva chiesto un clic come un certo clic (irreplicabile) del 2019. La congiuntura della sfiga aiuta gli sfigati così il giorno di Natale 2024 nevicava come il meteo avverso decide d’essere.
Il tizio con lo spazzaneve che si smazzava tra un ora pro nobis ed un “wafer al cioccolato” sta stranito e con la necessaria e giusta scarsa gentilezza sentenzia… in bariscianese: “non puoi andare da nessuna parte, non vedi quanta neve c’è qua? Poi fa come ti pare ma io non ti tiro fuori dalla neve, ti arrangi.”.

Ore cinque del mattino del 25 Dicembre 2024.

“Neno… secondo te io sto qua il giorno di Natale a fare una passeggiata di salute e sotto la neve ed – per rincarare la dose – a settanta anni? Me sa che non hai capito bene.”

Profilo basso, l’autore continua a spiegare, il tizio capisce. Amici di sempre. Gente che lavora.

La Autumn Green Metallic sulla neve fresca di quella notte di Natale andava come mi piace, fluida, confortevole, sicura. Nel viaggio da Castel San Pietro Terme, press event, a Roma la Forester andava come piace a me quando indosso i panni del serial killer di corsia di sorpasso. Saranno anche SOLO 136 i cavalli ma è un numero sufficiente per cavarsi belle soddisfazioni da esterno destra esterno sinistra quando i driver teutonici possessori alzano il destro perché je-manca-er-core.

Bianca e finiture rosse. Posticce, wrappata. Quella che m’ha fatto divertire di più: SUBARU DRIVING SCHOOL. Bello, rosso, caratteri cubitali. Una bandiera. E proprio perché bandiera profilo basso e rigoroso rispetto del Codice della Strada. Non si può sbagliare quando sei al volante di una icona per la sicurezza e per il saper guidare. E poi, di notte, tra A24 ed A14, vai e vieni, non c’è nessuno, a Marzo, che va “educato” e rimesso in carreggiata per fargli capire che il suo prossimo acquisto deve essere una Subaru Forester.

Croosstrek è transitoria per arrivare alla River Rock Pearl.
Non sia interpretato nel modo scorretto.
Essere transitoria per vuol dire che la sua funzione è fondamentale per
Così il numero di clic dedicati pare, a memoria, sia ben oltre i 10k.
Con buona pace di Orazio Truglio che centellina i suoi scatti.
Ha ragione lui, l’Orazio.

Questo sia lo spunto del viaggio con Subaru Forester River Rock Pearl…
di cui alle pagine tailored per l’emozionante avventura.