L’OSSERVATORE

LETTURE SERALI

CITROEN C3 AIRCROSS

 

Amanda & Cami ;-) ©lucaromano
Amanda & Cami 😉 ©lucaromano

 

“IL LIBRO” – L’OSSERVATORE

 

EPISODIO 3 – 0 / – INTRO – Gli piaceva scrivere, non aveva importanza il posto.
Gli piaceva scrivere di notte, quando la città muore, ogni rumore si spegne e persino le luci, quelle orribili luci ai vapori di sodio, la illuminano come una camera mortuaria. I suoi pensieri volano oltre i confini dell’universo, attraversano i buchi neri per entrare in altri spazi, comunicare con altri, impensabili, inimmaginabili, nuovi mondi, nella speranza di trovare la creatività che gli serve per scrivere il suo libro giallo.
Guarda dentro di sé e trova gli elementi universali della creatività, 
follia, pazzia, rabbia e ribellione.
Fantasia.
E’ così che nascono questi inconsueti test drive.

1 / – Era una sua abitudine di sempre quella di sedersi in punti strategici, in qualsiasi locale.
Aveva imparato presto che il vantaggio sull’avversario si costruisce con il tempo ed è la somma di tanti piccoli dettagli, di comportamenti apparentemente insignificanti che ad un analista, però, mettono in luce i segreti di chi è in osservazione.
Serve creatività ed immaginazione, serve fantasia, serve la capacità di immedesimarsi nell’altra persona, di scendere nel suo animo, di pensare come lui ed al tempo stesso al contrario di lui.
“Lui” aveva costruito così l’esperienza di cogliere le sfumature dell’ambiente circostante.
Gli bastavano pochi dettagli, l’abbigliamento, la cura del corpo, delle mani, ad esempio. 
Ordine o trascuratezza dicono molto della persona, più delle sue parole. 
Ti svelano aspetti che possono, in anticipo, dirti a chi sei difronte o con chi sei a tavola, condividi un letto, una casa, una vita.
Gli bastava osservare come e quanto usava lo smartphone e mentre osservava il bersaglio non perdeva d’occhio chi gli era vicino. Era interessante e maledettamente istruttivo osservare chi guardava la sua preda, forse più della preda stessa. 
Leggere stupore, indignazione, rabbia o indifferenza nella persona accanto alla preda gli raccontava molto della preda stessa. 
Un po’ come quel detto popolare, da tenere a mente quando si cerca una femmina: “guarda la madre e capisci la figlia”. 
Non sbaglia mai, il popolino.
In questo momento “Lui” era un predatore e stava studiando con attenzione quel tavolo di fianco al suo. 
Il predatore non avvisa, colpisce.
C’erano diversi motivi d’interesse. 
Aveva bisogno di azione, uno, aveva bisogno di fare qualcosa di eclatante, due.
Qualcosa che potesse suscitare un polverone per capire le reazioni della cellula qualora qualcuno si fosse avvicinato e avesse avuto in qualche modo un comportamento capace di generare sospetti.

2 / – Guardava gli avventori e li sondava con attenzione cercando di capirne l’adattabilità ad uno dei suoi scopi. L’idea di tornare al suo poligono per un po’ di allenamento gli piaceva ma più guardava quei quattro più pensava che sarebbe stato davvero un peccato usarli per un’azione eclatante. Si vede che in quel momento, tra quei tavoli ed il via-vai di gente che Lavora per davvero, affioravano buoni pensieri, tornava a galla la parte buona, quella debole, del suo carattere. 
Quel posto, il ristorante del suo Amico, gli regalava serenità ed era il rifugio ideale per trovare ispirazione per la scrittura.
Li guardava negli occhi. I suoi pensieri erano lontanissimi da quegli occhi. I suoi pensieri disegnavano scene di altri mondi. Alla fine decise. 
Nulla sarebbe rimasto senza giustizia. 

3 / – Gli mancavano gli appostamenti in attesa della preda.
Gli mancava lo studio delle situazioni di vita della preda. 
Gli mancava l’analisi del quadro di vita intorno alla preda. 
Gli mancava quella adrenalina che girava nel suo corpo nelle settimane che precedevano il momento in cui il mirino inquadrava la preda. 
Quel gusto sottile, sì, perverso, di avere sotto il suo indice potere di vita o morte della sua preda.
Adorava quella sensazione di controllo. 
Non era il suo punto debole, riusciva a controllare anche quelle pulsioni. 
Era freddo e cattivo. 
Ma in quel momento, davanti a quella pasta e ceci, gli tornavano in mente altri giorni. 
I giorni del coglione. 
Apparente coglione.
Col tempo, sarebbe stata una sorpresa. 
Mai sottovalutare l’avversario, sì ormai era un avversario.
Stava zitto ed ingoiava rospi. 
Compreso quello della maglietta con l’abbronzatura da muratore.
Sapeva che prima o poi sarebbe giunto il momento ed avrebbe potuto mostrare chi fosse davvero.
Tirare fuori le palle. 
Come si dice.
Ed allora l’adrenalina tornava in circolo.
E con l’adrenalina in circolo fiorivano le idee.
La creatività era il suo forte.
Aveva, tra un pensiero e l’altro, individuato chi. 
Chi tra quei quattro sarebbe stato il suo esploratore, meglio osservatore
E l’avrebbe mandato dal medico.
Doveva giocare come il gatto con il topo, doveva mandare qualcuno ad osservare qualcosa. Doveva trovare, insomma, un Osservatore.
Un robot umano.
Una persona sveglia, scaltra, uno svelto di cervello che – a sua stessa insaputa – gli riferisse senza sapere di farlo quel che a “Lui” interessava.
Ed allo stesso tempo “Lui” avrebbe visto le reazioni di chi avvicinato dal suo Osservatore si sarebbe sentito in una situazione di disagio, quantomeno sospetta.
Del resto se hai bisogno di nascondere qualcosa, se nascondi qualcosa, sei guardingo. 
Perché se non lo sei il predatore attacca ed uccide.
Aveva bisogno di un’esca per stuzzicare la reazione della cellula.
L’aveva trovata.
Un’esca perfetta.

4 / – Ora, risolto il pensiero dell’obiettivo e di chi avrebbe, all’oscuro della trama generale, collaborato alla riuscita del piano poteva concentrarsi sull’attività di facciata. 
Un’attività che gli piaceva.
Gli permetteva di giocare con uno dei due feticci preferiti: le macchine fotografiche.
Ne aveva anche un altro, ma sono cose che non si raccontano in una fascia televisiva protetta. 
Il caso, ma davvero solo il caso, volle che anche questa fosse un’automobile arancione.
Con una complicazione in più. 
Avrebbe dovuto lavorare con due fanciulle, la committenza voleva così. 
L’idea della gita al mare dalle parti di Capalbio, nota, celeberrima, località radical-chic nei pressi della Capitale, era piaciuta a quelli di Milano. L’arancione, casuale, era il colore ideale per raccontare l’estate in arrivo, il mare, i colori della campagna delle prime terre di Maremma, quelle dalle parti di Grosseto. 
“Lui” era già stato su quelle strade, quelle dell’Oasi faunistica del WWF. 
A quei tempi non usava le Nikon, una telecamera Canon aveva inquadrato i papaveri di Giugno ed una Citroen C4. La prima C4, non quelle di adesso con gli Airbump sulle portiere.
Quelle luci dei caldi pomeriggi estivi gli piacevano.
Voleva ricreare quell’atmosfera ma questa volta con ottiche e macchine profondamente diverse.
Il meteo comanda, vallo a spiegare a chi sta dietro una scrivania e vuole tutto e subito.
Dovette prendere il rischio e, la fortuna aiuta gli audaci, la giornata venne fuori splendente non appena le nebbie mattutine di un’estate del cazzo furono spazzate via da vento e Sole.

5/ – “Lui” aveva la mente piena di pensieri, tirava un’aria pessima, e non ascoltava il chiacchiericcio di bordo. 
I 130 chilometri di autostrada avrebbero messo in luce le famose doti di stradista della nuova sport utility francese. “Lui” concentrato alla guida ed assorto nelle sue riflessioni, necessarie al disegno del piano d’azione, neanche le sentiva. Tuttavia la silenziosità di marcia della C3 Aircross gli permetteva di cogliere qualche battuta ed agganciare la conversazione. 
Poteva distrarsi qualche istante, una delle due aveva già espresso il suo parere su una nota vicenda di quei giorni. 
A Lu, non lo dire neanche… 
non me lo dire proprio… 
stai solo perdendo tempo. 
Aria, devi cambiare aria…

Erano ancora soli in macchina e lei aveva sentenziato con la schiettezza a Lui ormai nota.
Con quella vocina che gli ricordava Tartarughina, lei era stata realista. 
Aveva ragione.
E dopo, non ne parliamo più. 
Cami è meno indulgente di me…

6 / – Un suggerimento che era necessario per sottolineare la gravità della situazione, come dire, apri gli occhi, sveglia, stai fuori, devi provvedere. Taglia questa storia, senza pietà.
La Citroen C3 Aircross a “Lui” era piaciuta subito, quel test drive così inconsueto in Corsica con il pernottamento in tenda gli aveva fatto capire che avrebbe potuto essere un’auto interessante con la quale ritagliare momenti di serenità e viaggio per staccare dal quotidiano.
L’aveva colpito, in modo davvero speciale, lo spazio a bordo. 
In quel test drive internazionale, l’ultimo di quella vita, aveva occupato il sedile posteriore. A bordo aveva ceduto il volante ad un amico ed il posto del passeggero, per piacere di cavalleria, ad una amica.
A “Lui”, anche per dovere professionale, piaceva stare dietro. 
E’ dietro che scopri se un’automobile è un buon prodotto oppure una sola costruita in ferro e plastica, sì, ma da quelli del marketing.
Citroen C3 Aircross, avevano un coloratissimo esemplare, con finiture arancioni anche nell’abitacolo, lo colpì proprio per l’aria di festa, un po’ sbarazzina, allegra, che si respira a bordo della novità francese.
Chi ha percorso le strade dell’isola francese sa quanto siano tortuose.
Un abitacolo angusto avrebbe reso qualsiasi passeggiata da quelle parti un calvario.
Mentre scorrono chiacchiere e pettegolezzi, i due davanti ne hanno da raccontare, mi accorgo che chi ha progettato gli interni ha pensato davvero al benessere degli occupanti i posti dietro. 
Lo spazio per le gambe è ampio, davvero molto ampio, il divano a due/tre posti, è profondo. 
Ti accoglie e lo schienale ti sostiene.
Un’occhiata di traverso per guardare nel bagagliaio e ti accorgi che spazio c’è.
Siamo realisti, qualche sacrificio va fatto, nel senso che i marmocchi dovranno rinunciare a qualche vizio, ma i bagagli per una vacanza di famiglia ci stanno, tutti.
E da un traverso all’altro guardo come stanno i due davanti. 
Comodi, a giudicare dall’angolo delle ginocchia e da come il driver ha le mani sul volante. 
Nessuna piega anomala degli arti per favorire quelli dietro. 
Chi l’ha disegnata, dentro, nell’abitacolo, ha usato il cervello.
Bravo.

7 / – L’Aurelia e l’Autostrada Azzurra, l’A12, hanno lasciato il posto delle strade corse.
La giornata sarà impegnativa non solo per reinterpretare il colore arancione.
Ben altri pensieri passano nella testa di “Lui”.
Il telefono squilla.
L’identificativo lo conosce bene, la voce anche.
Non c’è più – ormai da due anni – quel feeling di prima. 
Non è contento di questa telefonata in arrivo. 
Sarà la conferma di quello che il Nikkor 300 2.8 ha colto nell’ultimo ritratto a Sabaudia.
La luce era quella del tramonto, in tutti i sensi.
Certe ottiche non ti leggono negli occhi, ti esplorano l’anima.
Senza pietà.
Ed a loro non puoi mentire perché loro colgono la tua essenza.

 

GALLERIA FOTOGRAFICA
CITROEN C3 AIRCROSS

 

 

 

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RINGRAZIAMENTI

Come “giornalaio” e transmedia-storyteller, nella mia vita ho incontrato tante persone. Ognuna mi ha lasciato un arricchimento. Comunque positivo, è sempre un’esperienza in più. Nel bene e nel male, nel buono e nel cattivo, in positivo ed in negativo. Tutto ‘sto filotto per dire che c’è sempre da imparare e che gli esami non finiscono mai. Umiltà e trasparenza hanno sempre dettato gli orari della mia giornata e di qualsiasi attività professionale, video, fotografica, giornalistica. La lunga premessa, mo’ è finita, è per dire che mi avvicino alle persone con delicatezza e disponibilità. Non sempre corrisposte, non sempre capite. Specifica, questa, più che necessaria per dare maggior valore alle persone che ho incontrato in questa torrida estate 2018.
Il loro spirito di collaborazione, la dedizione e la disponibilità di queste persone lascerà per sempre un bellissimo ricordo nella mia testa dura.
E con il loro ricordo anche quel sentimento di riconoscenza così raro ormai ma che in me alberga, ed albergherà, fin tanto che sarò capace di respirare.
Questo lungo video è stato possibile proprio grazie a loro ed a qualcuno che non compare in video ma che è stato il tramite per riuscire nell’impresa.
Senza di loro non avrei avuto l’opportunità, non avrei avuto la forza e lo sprone per arrivare fino in fondo.
Grazie.
 
@Amanda Panella ©Camilla Delai ©Fabio Campanella @Gerardo Mitelli @L’Angolo delle Meduse @Ibis Hotel Styles Roma EUR @CaféTwin @RAW BarberShop @LauraAmato con “Burnt it down” @Valerio Da Silva Petrone.
 
Ed in modo speciale tutte le ragazze ed i ragazzi dell’Angolo delle Meduse per l’accoglienza che hanno per me ogni volta che sono da loro e per quello che leggo nei loro occhi quando arrivo nella “mia oasi”.
 

DISCLAIMER

1/ Ndr. – Libera interpretazione di un test drive e shooting fotografico/video della CITROEN C3 AIRCROSS del Luglio/Agosto del 2018. Ogni riferimento a fatti e persone è casuale e frutto della fantasia dell’Autore che declina qualsiasi responsabilità nel caso qualcuno/a dovesse vedersi qui con precisione descritto. Le circostanze, a volte, portano ad una rappresentazione della fantasia molto aderente alla realtà.
E non è neanche detto che la realtà sia una sola visto che questa – la realtà – spesso supera la più fervida fantasia.
Nel caso di una improbabile descrizione di fatti realmente accaduti mi scuso con quanti qui dovessero riconoscersi ma non ritiro la pubblicazione. Luca Romano.

2/ Ndr. – Il testo a corredo del set fotografico/video è una libera, e di fantasia, interpretazione del test drive con la vettura. Ogni riferimento a fatti e/o persone è puramente casuale. Le affermazioni relative al CDS/Codice della Strada in vigore in Italia sono sotto la responsabilità dell’Autore ma nulla hanno in relazione alla sua condotta di guida durante il periodo di prova/demo per la stampa della vettura concessa dal proprietario della stessa. Il testo è parte di un manoscritto più ampio di proprietà dell’Autore. Questo testo è pubblicato in queste pagine web al solo scopo illustrativo del servizio fotografico e non ha alcuna relazione con la sua attività professionale di giornalista. Il testo e le foto sono protette dal diritto d’autore in base alle vigenti leggi e norme. Non è concessa alcuna autorizzazione alla riproduzione se non a valle di eventuale richiesta e successiva valutazione da parte dell’Autore.
Ogni abuso sarà perseguito con determinazione.

Catch The Rainbow.
Ride the sky.

Make it shine.
For you and I.

See the light.

Through the night.

Ronnie James Dio


Questo è il testo a commento della puntata di Drivelife per le TV diffuso in TV, appunto, da Sabato 17 Novembre 2018

 

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