PURE RED and RIVER ROCK PEARL

In astronomia, un asterismo (o asterisma)
è un qualunque gruppo di stelle visibile nel cielo notturno,
riconoscibile dal resto per la sua particolare configurazione geometrica. 
Ad esempio, un gruppo di stelle luminose
che appaiono come i vertici di un triangolo
in mezzo a un campo più grande di stelle poco visibili è un asterismo.

Direi molto ben visibile e riconoscibile.

È una storia troppo lunga
perché abbia voglia di raccontarla ora,
non è finita.
Molti chilometri da fare.
Ancora.
La Subaru Crosstrek Pure Red
è un invito al viaggio.
Ed io ho argento vivo dentro.
Friggo a temperatura maggiore
dell’olio per cucinare
le Olive Ascolane.


Dall’inizio di Settembre sono in giro per questa costa est.
La prossima settimana inizia il mese di Ottobre.
Non riesco ad andar via.
I motivi potrebbero essere molti, alcuni personali.
Altri professionali.
I motivi personali ci sono e diversi: fra tutti il desiderio di non tornare a Roma.
E’ una città sempre più antipatica, modero i toni e spengo un certo tipo di linguaggio usato spesso per colorare i paragrafi dei miei non so cosa. Articoli? Post? Racconti?
Qualcuno che con me prende in giro quel signorino che spesso scrive, per darsi tono, usando parole desuete come surrettiziamente o ludibrio, dice dei miei scritti, definiamoli così, che mi devo trovare un editore.
Gli ho spiegato, in viaggio telefonico, tra Milano e la casetta sua con il pavimento riscaldato che trovare un editore non è semplice. Dovrei muovere il fondo schiena io? Pronto a farlo ma con il desiderio di arrivare ad un risultato, non ho molto tempo da perdere in investimenti per il futuro.
Vero è che i sogni, tutti, vanno inseguiti ma la patente di guida mi ricorda che il tempo potrebbe scadere da un momento all’altro.
Ciò non significhi la rinuncia alla scalata della montagna, tuttavia…
Da ‘ste parti, la penisola, senza raccomandazione non trovi una strada.
Mi sono smazzato per tutta l’estate, dal mio compleanno quando ero già qui, fino ad Autunno iniziato mettendo sotto stress le Nikon. Sono arrivato a Colonnella, luogo deputato, con il termometro oltre i trenta gradi. Questa sera la temperatura è autunnale. Ventuno gradi.
Insisto, tra lo stupore dei cittadini, nel vestire con braghette, maglietta di cotone, firmata e colorata e con una sgargiante felpa verde evidenziatore.
Con le Hawaianas.
Non rinuncio.
Anche perché oggi, per la seconda volta in tutta l’estate, ho messo i piedi nell’acqua pur di scattare una fotografia al mare.
Ho amato da morire lo Jonio.
Lo Jonio tanti anni fa mi ha curato.
Mai in quegli anni lontani avrei potuto immaginare che l’Adriatico mi facesse innamorare in modo così profondo dei suoi colori, delle sue sfumature.
E scrivo del Mar Adriatico.
Affermazione che proprio perché scritta porta con sé, secondo il mio solito IBIS REDIBIS, la necessità di una interpretazione speciale per poter dedurre il vero significato di quanto letto.
Forse come sta scritto in una certa recensione, non di Paolino Paperino…

Tra uno scroscio e l’altro prendo possesso della postazione che mi piace sempre ed ovunque. Defilato. Le luci dell’ambiente non concedono penombre. Altrimenti mi sarei ficcato lì. Per osservare. Clienti ordinati, atmosfera rilassata. Qua non c’è la maleducazione, la ressa, il casino, quel dialetto greve tipico di Caput Mundi. Qua c’è signorile rispetto. S’usa il saluto quando s’entra a prescindere da chi c’è nel locale. Non senti “il solito”, orribile abitudine dei cafoni che pensano d’esser a casa propria solo perché so’ clienti. Soprappensiero, sfoglio le mie foto sul telefono ma ho l’orecchio sveglio, parecchia corteccia e nulla mi sfugge: ad un tratto ascolto la parola magica per questa sera. “…hamburger”. Fulminato.

Questo passaggio descrive il sentimento che ancora mi tiene legato a questa costa. Aggiungo: guida della Forester ben oltre il crepuscolo, forse l’orario quello del “Astro End”. Fermata del trasporto pubblico, mano sinistra del senso di marcia al momento, fermata con panchina, pensilina, vetri senza neanche uno straccio di manifesto scrostato, e qua da ste parti sono sotto elezioni. Pulito. Due tubi al neon INTONSI la illuminano.
Ecco, segno di civiltà e rispetto sociale.
Roma non è così, forse non lo è mai stata.
Fece bene Nerone a bruciarla.
Peccato l’hanno ricostruita.
E la zampa falsa della chiesa l’ha deturpata in dispetto delle bellezze di artisti che l’hanno amata ed in Roma hanno creduto.
O erano marchettari pure loro, che a legger gli scritti di Michelangelo
per aver i quattrini del lavoro nella Cappella Sistina c’è da riflettere.
Ecco perché ora non voglio tornare in Caput Mundi.
Ho la scusa della Subaru Forester, River Rock Pearl, che mi ancóra qua.
I set per le fotografie, anche di notte, sono innumerevoli.
È come “…effetto opposto, come quando ravvivi, restauri i colori di un dipinto antico
e…
restaurare un quadro vuol dire ravvivare i colori che aveva e che ci si era dimenticati di avere“.
È ciò che l’alba di ogni giorno porta effetto su Lu.
Imperterrito nella sua spigolosa coerenza, qualcosa ben oltre bushido e le altre minchiate che si leggono in giro nel web.
Che pare sia alimentata da parecchia corteccia.
La spigolosa coerenza.

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