BOOK
DRIVING SUBARU OUTBACK BOXER DIESEL
OBK, l’acronimo ricorda più un film di Lucas che un’automobile. OBK sta per Outback. E visto che si tratta di una Subaru, l’associazione di idee con qualcosa di molto diverso, magari vicino ad un certo mondo di fantasia della cultura giapponese dei fumetti e dei personaggi di tanti film ci sta pure.
In effetti se la guardi nel nuovo frontale i tratti salienti di questa OBK ricordano più una metallica creatura di Shingo Araki, pronta a trasformarsi in qualcosa di… alieno? Diciamo alieno, sì.
Rilucente con la sua livrea metallica nella penombra dell’officina la Outback mi aspetta con la sua fiancata generosa. Lunga fiancata, cintura alta. Elegante, autoritaria. Sì autoritaria. Un po’ per il piano inclinato della rampa d’uscita dal punto di assistenza Subaru, un po’ perché c’è una certa fretta nel ritirare la macchina per cercare di bypassare il casino del GRA nelle prime ore del pomeriggio: insomma salgo distrattamente a bordo e mi metto al volante.
Posizione del sedile, posizione del volante, un occhio alla chiave ed al pulsante di accensione, che sono dissociati, ovvero la chiave puoi tenerla in tasca e per avviare il motore premere con un semplice gesto il pulsantone di accensione.
Autoradio, aria condizionata, cambio automatico, aletta parasole, autorizzazione alla guida, infine una rapida occhiata intorno. La macchina non si muove, ho dimenticato il freno a mano. Che pirla. E’ di quelli con azionamento elettrico. Premo l’interruttore e la OBK sfoggia il suo primo aspetto dinamico. Che spunto! Salta via come una gazzella. Eh, le Subaru mi sono sempre piaciute, così dinamiche, così svelte, così agili, molto atletiche.
Immissione nella viabilità, ecco qui. Macchina grossa vuol dire che nel traffico sei automaticamente “rispettato”. Un aspetto che mi innervosisce in tutti e due casi. Quando guido un’auto grossa e quando ne guido una piccola e sei obbligato, per amor di lamiera, a patire le ingiustizie e l’arroganza di quello che è al volante di qualche chilo in più di materiale grigio, ma che dentro la zucca ha davvero poca materia grigia. E’ un malcostume tipico delle nostre strade. Questa settimana non lo patirò: la OBK è autoritaria. Ed anche il suo posto di guida è autoritario.
Ora, infatti, mi accorgo che le dimensioni di OBK, l’assetto di OBK, è diverso. E’ più alto, in perfetto stile crossover.
Di conseguenza eccellente visibilità, grande controllo del quadro circostante. Specchietti retrovisori di generose dimensioni, parabrezza, lunotto e finestrini immensi. Sei in un attico, lussuoso. Con lo sguardo da questa posizione dominante ed autoritaria controlli davvero tutto.
Segue…
(lr)
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