
“MANINA&CLIC” SULLA IMMAGINE
PER APRIRE LA FINESTRA/FOTO/PAGINA COLLEGATA














































Moon over Paris
In questa luce soffusa il pensiero di avvicinare il suo volto ad un altro viso
gli percorre la memoria dei ricordi.
S’offusca immediatamente.
Un’ombra.
Se è ombra, è minacciosa.
La lama di un Malese brilla, sfocata dalle gocce d’acqua sullo specchio.
“Così sia”
Il colpo da destra verso sinistra è veloce, violento, brutale, carico di odio.
La traiettoria è orizzontale.
Gli squarcia il collo, lo passa da parte a parte.
La rotazione del polso aggiunge ferocia al delitto.
Qualcuno aveva avuto la Pazienza del Cecchino.
Queste righe sono la fine de “Il Libro”. Ne ho scritte due. Entrambe interessanti. Il racconto e le foto del Dacia Duster saranno in questa area nei prossimi giorni. Intanto, rispetto alla idea iniziale di un legame tra il Victor Inox e il Duster, il cambiamento di pensiero è del tipo: le cose cambiano quando cambiano le cose. Così il set immaginato sarà dedicato a scultorei interni in uno dei miei prossimi viaggi. Duster, ho visto, per il suo colore si sposa bene con altro ambiente. Un set più vicino a Roma. Devo solo decidere se vale la pena di alzarmi molto prima dell’alba oppure dormire e prendere le, banali, luci del tramonto. Che nel posto immaginato possono essere utili per giochi di tagli di luce tra la mole dell’umano manufatto e il Duster. Il set 2, alternativo, in questa stagione credo non offra, ancora, quelle tonalità, e quella cupezza, di verde che vorrei. Marzo non è il mese delle prime foglie sugli alberi.
Ed oggi c’è una luce pessima. Una luce nera:
SCHWARZ in tedesco. BLACK, in inglese, NOIR in francese.
















































































